Carissimi parrocchiani,
è questa la forza travolgente del Natale: Dio nella piccolezza.
L’uomo vuole salire, comandare, prendere. Dio invece
vuole scendere, servire, dare. Dio non deve fare spavento,
mai. Dio si rende visivo in un neonato. Natale è il corteggia-
mento di Dio che ci affascina attraverso un bambino.
Il vangelo racconta che l’angelo mandato da Dio annuncia una
gioia grande che sarà a disposizione di tutti: per la persona più
ferita e piena di difetti, non solo per i più bravi o i più seri.
Gioia che non è un miraggio, ma che è possibile e vicina. Nel
Na-
uguri tale il Salvatore è venuto a portare non solo la riappacificazio-
ne con Dio attraverso il perdono, ma anche il dono di se stes-
so, luce nel buio, fiamma nel freddo, amore dentro le ostilità.
È venuto a mettere l’impronta divina nel respiro di ogni uomo
e di ogni donna, la vita stessa di Dio in noi che produce pace
cioè il sentirci amati tutti, così come siamo, per quello che sia-
mo, buoni e meno buoni, amati per sempre. Possiamo fare,
allora, come i pastori: andare a lui come i pastori e rimanere
stupiti di fronte al segno che Dio ci ha dato, un bambino avvol-
to in fasce, adagiato in una mangiatoia.
Occorre davvero aprirsi alla speranza, con “ciò che accende il
cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi con la verità, la
bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore” (Fratelli tutti n. 55).
Nell’attesa di incontrarci porgo a tutti voi i più fer-
vidi auguri di un Santo Natale e di un felice e sereno
anno nuovo.
il Parroco
don Giuseppe Guastavino